Intervista a Matteo Pugliares, autore della raccolta poetica “La dolcezza dell’eclissi”.
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23/02/2023 | Bookpress
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Matteo Pugliares (Augusta, 1972) è un frate francescano cappuccino oltre che scrittore, pittore, counselor e naturopata. Sono undici i suoi libri pubblicati, per i quali ha ricevuto diversi riconoscimenti letterari, e un'altra decina sono quelli curati. È presidente dell'Associazione Culturale Progetti di Armonia e gestisce la rubrica di poesia “Animo InVerso” per la rivista “Cammino”.
«Quali sono le principali tematiche trattate nella sua raccolta poetica “La dolcezza dell'eclissi”, che vanta un'interessante prefazione del dott. Enrico Campo?»
I temi della silloge spaziano tra le dinamiche che attraversano la vita di tutti. Un po' di spazio in più è senz'altro riservato ai temi dell'amore e della morte e, naturalmente, visto il mio stato di vita, Dio s'intrufola un po' dappertutto.
«La dolcezza dell'eclissi: qual è il significato che si cela dietro l'evocativo titolo della sua opera?»
L'immagine che ho utilizzato, tratta da una delle poesie che dà il titolo alla silloge, è indicativa di un atteggiamento esistenziale.
L'eclissi, voluta o subita, sembra innescare un meccanismo negativo (la luce che viene oscurata) ma è provvisoria. Così accade nella vita, le sofferenze, il dolore, offuscano la nostra esistenza ma non durano per sempre perché il sole torna a splendere. Con questa consapevolezza si può anche apprezzare la dolcezza dei momenti difficili, addirittura apprezzarne la bellezza.
«Vorrebbe citare la poesia contenuta nella sua raccolta a cui è più legato, e spiegarci i motivi per cui l'ha scelta?»
Non è facile sceglierne una sola, poiché ogni poesia è figlia di un intenso stato emotivo. Una di quelle a cui sono senza dubbio più legato è “Ali spezzate” che racconta di un amico travolto da un'auto e finito in carrozzina per quell'incidente. La nuova condizione non lo ha “spento”, anzi gli ha dato una luce che coinvolge tutti coloro che hanno a che fare con lui. L'immagine finale che utilizzo è infatti quella di un uomo che vola, mentre io so solamente camminare.
«Cosa ama del linguaggio della poesia? Pensa che sia più diretto di quello della prosa per esprimere i messaggi che vuole veicolare attraverso le sue opere?»
Ritengo che la poesia abbia la capacità di tirare fuori tutto il mondo interiore di chi scrive, sentimenti, pensieri, passioni. Non penso sia il linguaggio più diretto, poiché può risultare astrusa ai più ma, forse è la forma d'arte che scende più in profondità.
Mi piace soprattutto, della poesia, la capacità di utilizzare immagini simboliche per veicolare concetti, opinioni, sentimenti ed emozioni.
«Lei è un frate francescano cappuccino sui generis, perché al suo cammino spirituale ha affiancato un intenso percorso culturale e artistico, che l'ha portata a diventare scrittore di narrativa, saggista, poeta e anche pittore. Cosa l'affascina della scrittura e dell'arte visiva, e come coniuga queste sue passioni con la sua vocazione?»
Il percorso spirituale l'ho sempre inteso come la ricerca della bellezza, che per noi credenti coincide con Dio. La scrittura, l'arte in generale, nel mio caso la pittura, sono realtà che aiutano in questo percorso di ricerca, anche quando non “parlano” esplicitamente di Dio.
Un verso, un racconto, un quadro, quando celebrano la bellezza, celebrano l'uomo e Dio.
«Quali sono i poeti che apprezza maggiormente, e in che modo l'hanno influenzata?»
Tre nomi su tutti: Verlaine, Mallarmé, Alda Merini.
Verlaine per motivi che definirei “sentimentali”. Da adolescente, grazie al mio professore di lettere, è il primo poeta che ho incontrato.
Di Mallarmé ho sempre apprezzato la convinzione che solo la poesia pura possa accedere all'assoluto.
Infine, Alda Merini che amo per diversi aspetti, mi ricorda che la poesia non è di chi la scrive. Infatti, era solita regalare poesie a destra e a manca, figlie di una storia di dolore e isolamento, forse redenta dalla stessa poesia.
«Lei è uno scrittore molto prolifico: vorrebbe indicarci un paio di sue opere che potrebbero suscitare l'interesse di chi ha amato la sua raccolta poetica?»
Mi piace ricordare due opere in particolare.
“Imperfetto”, un racconto lungo che è una sorta di Diario di un folle (o, meglio, di uno che la società etichetta come folle). Il messaggio fondamentale del libro è che l'imperfezione è il vero succo della vita perché ci ricorda che non bastiamo a noi stessi e abbiamo bisogno di entrare in relazione con gli uomini, con il creato, con Dio.
La seconda opera è “Francesco d'Assisi - Figlio del Dio dalle braccia larghe”, un piccolo saggio divulgativo (nel quale ho inserito anche alcune poesie) che vuole ricordare l'attualità del poverello d'Assisi nel mondo contemporaneo.
Contatti
https://www.matteopugliaresart.org/
https://www.facebook.com/matteo.pugliares/?locale=it_IT
https://www.instagram.com/matteopugliares/?hl=it
https://www.edizionigfe.it/
Link di vendita online
https://www.amazon.it/dolcezza-delleclissi-Matteo-Pugliares/dp/B0BPWC85RX/
https://www.ibs.it/dolcezza-dell-eclissi-libro-matteo-pugliares/e/9791281164017
«Quali sono le principali tematiche trattate nella sua raccolta poetica “La dolcezza dell'eclissi”, che vanta un'interessante prefazione del dott. Enrico Campo?»
I temi della silloge spaziano tra le dinamiche che attraversano la vita di tutti. Un po' di spazio in più è senz'altro riservato ai temi dell'amore e della morte e, naturalmente, visto il mio stato di vita, Dio s'intrufola un po' dappertutto.
«La dolcezza dell'eclissi: qual è il significato che si cela dietro l'evocativo titolo della sua opera?»
L'immagine che ho utilizzato, tratta da una delle poesie che dà il titolo alla silloge, è indicativa di un atteggiamento esistenziale.
L'eclissi, voluta o subita, sembra innescare un meccanismo negativo (la luce che viene oscurata) ma è provvisoria. Così accade nella vita, le sofferenze, il dolore, offuscano la nostra esistenza ma non durano per sempre perché il sole torna a splendere. Con questa consapevolezza si può anche apprezzare la dolcezza dei momenti difficili, addirittura apprezzarne la bellezza.
«Vorrebbe citare la poesia contenuta nella sua raccolta a cui è più legato, e spiegarci i motivi per cui l'ha scelta?»
Non è facile sceglierne una sola, poiché ogni poesia è figlia di un intenso stato emotivo. Una di quelle a cui sono senza dubbio più legato è “Ali spezzate” che racconta di un amico travolto da un'auto e finito in carrozzina per quell'incidente. La nuova condizione non lo ha “spento”, anzi gli ha dato una luce che coinvolge tutti coloro che hanno a che fare con lui. L'immagine finale che utilizzo è infatti quella di un uomo che vola, mentre io so solamente camminare.
«Cosa ama del linguaggio della poesia? Pensa che sia più diretto di quello della prosa per esprimere i messaggi che vuole veicolare attraverso le sue opere?»
Ritengo che la poesia abbia la capacità di tirare fuori tutto il mondo interiore di chi scrive, sentimenti, pensieri, passioni. Non penso sia il linguaggio più diretto, poiché può risultare astrusa ai più ma, forse è la forma d'arte che scende più in profondità.
Mi piace soprattutto, della poesia, la capacità di utilizzare immagini simboliche per veicolare concetti, opinioni, sentimenti ed emozioni.
«Lei è un frate francescano cappuccino sui generis, perché al suo cammino spirituale ha affiancato un intenso percorso culturale e artistico, che l'ha portata a diventare scrittore di narrativa, saggista, poeta e anche pittore. Cosa l'affascina della scrittura e dell'arte visiva, e come coniuga queste sue passioni con la sua vocazione?»
Il percorso spirituale l'ho sempre inteso come la ricerca della bellezza, che per noi credenti coincide con Dio. La scrittura, l'arte in generale, nel mio caso la pittura, sono realtà che aiutano in questo percorso di ricerca, anche quando non “parlano” esplicitamente di Dio.
Un verso, un racconto, un quadro, quando celebrano la bellezza, celebrano l'uomo e Dio.
«Quali sono i poeti che apprezza maggiormente, e in che modo l'hanno influenzata?»
Tre nomi su tutti: Verlaine, Mallarmé, Alda Merini.
Verlaine per motivi che definirei “sentimentali”. Da adolescente, grazie al mio professore di lettere, è il primo poeta che ho incontrato.
Di Mallarmé ho sempre apprezzato la convinzione che solo la poesia pura possa accedere all'assoluto.
Infine, Alda Merini che amo per diversi aspetti, mi ricorda che la poesia non è di chi la scrive. Infatti, era solita regalare poesie a destra e a manca, figlie di una storia di dolore e isolamento, forse redenta dalla stessa poesia.
«Lei è uno scrittore molto prolifico: vorrebbe indicarci un paio di sue opere che potrebbero suscitare l'interesse di chi ha amato la sua raccolta poetica?»
Mi piace ricordare due opere in particolare.
“Imperfetto”, un racconto lungo che è una sorta di Diario di un folle (o, meglio, di uno che la società etichetta come folle). Il messaggio fondamentale del libro è che l'imperfezione è il vero succo della vita perché ci ricorda che non bastiamo a noi stessi e abbiamo bisogno di entrare in relazione con gli uomini, con il creato, con Dio.
La seconda opera è “Francesco d'Assisi - Figlio del Dio dalle braccia larghe”, un piccolo saggio divulgativo (nel quale ho inserito anche alcune poesie) che vuole ricordare l'attualità del poverello d'Assisi nel mondo contemporaneo.
Contatti
https://www.matteopugliaresart.org/
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Link di vendita online
https://www.amazon.it/dolcezza-delleclissi-Matteo-Pugliares/dp/B0BPWC85RX/
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