Intervista a Michele Zoppardo autore de “La mattanza di Castelnormanno”

Intervista a Michele Zoppardo autore de “La mattanza di Castelnormanno”

Michele Zoppardo è nato a Palermo; commissario della Polizia di Stato in pensione, da oltre quarant'anni vive in Toscana. Ha esordito nel 2018 con il romanzo “Elisa Maiorano”, primo libro della serie “Investigazioni ordinarie e straordinarie”, cui hanno fatto seguito i romanzi “Gelsomino rosso sangue” e “Chi uccide a Borghetto?”, tutti pubblicati dalla casa editrice Edizioni Tripla E.
 
 
Chi è Michele Zoppardo oltre la scrittura?
Sono nato a Palermo, dove ho frequentato studi classici. Commissario della Polizia di Stato in quiescenza, da oltre quarant'anni vive in Toscana, in una ridente località collinare nella provincia di Pisa senza, però, aver dimenticato le mie origini, tanto che i miei romanzi sono ambientati nella Sicilia dei miei ricordi di gioventù, odorosa di zagara, gelsomino e fichi d'india. Sono coniugato, ho due figli e quattro nipotine dai sei ai tredici anni. Mi piacciono l'arte e la cultura in tutte le loro espressioni.
 
Quanti libri ha pubblicato dal suo esordio? Quale ha dato più soddisfazioni?
Ho pubblicato quattro romanzi che fanno parte della serie di genere giallo paranormale intitolata “Investigazioni ordinarie e straordinarie”. Si tratta di gialli classici in cui racconto storie di persone comuni (potrebbero essere i nostri conoscenti, amici o noi stessi) che, per circostanze imprevedibili, si vengono a trovare faccia a faccia col crimine; alcuni come vittime, altri come carnefici. Le inchieste sono condotte d un commissario di polizia, protagonista delle “investigazioni ordinarie”, che è l'antitesi del poliziotto fascinoso e super atletico che ritroviamo in tanti romanzi e film polizieschi. Il commissario Sanfilippo, infatti, non è bello, è piccolo di statura, ha pochi capelli ed è fortemente miope. È, però, una persona onesta, perspicace, dotata di spiccato acume investigativo e di capacità critiche che lo portano ad ammettere i suoi errori e a tornare sui propri passi, se necessario. Protagonista delle “investigazioni straordinarie” è l'investigatore privato Tony Valente, che ha la capacità, che è un dono e una condanna nello stesso tempo per le sofferenze che gli causa, di penetrare in una dimensione parallela e di stabilire un contatto telepatico con le energie vitali che la popolano, che egli ritiene siano le energie che si sprigionano dal nostro corpo dopo che sono cessate le cosiddette funzioni vitali e che, in presenza di particolari condizioni, cioè nel caso di morti violente quando le vittime se ne vanno senza avere la possibilità di rivelare ciò che avrebbero voluto, permangono ancora per qualche tempo prima di esaurirsi in una dimensione parallela. Da questi “contatti” Tony attinge informazioni preziose, che vanno però opportunamente decifrate, fornendo al commissario Sanfilippo l'input per la riapertura di casi giudiziari che sembravano ormai definiti. Sarà, però, sempre e comunque Sanfilippo, attraverso le indagini ordinarie che ricostruirà l'andamento dei fatti, troverà le prove, e perverrà alla giusta soluzione. Tra i romanzi sin qui pubblicati “Elisa Maiorano”, “Gelsomino rosso sangue”, “Chi uccide a Borghetto?” e “La mattanza di Castelnormanno”, tutti mi hanno regalato soddisfazioni morali, nessuno economiche, per la difficoltà di arrivare al grande pubblico.
Di cosa parla il suo ultimo romanzo: “La mattanza di Castelnormanno”?
Trattandosi di romanzo giallo, della trama posso rivelare ovviamente poco. Come gli altri miei romanzi, anche questo è ambientato nella Sicilia degli anni '70, nel comune di Castel-
normanno, località di fantasia in provincia di Palermo. Un'abitazione di gente tranquilla, perbene e inerme diventa una tonnara, dove a essere massacrati non sono pesci ma persone: i coniugi Salvatore e Giovanna Mancuso e Vito Vinciguerra, noto titolare di un negozio di abbigliamento di lusso a Palermo e attempato fidanzato della ventenne figlia dei Mancuso: Assuntina.
Il commissario Sanfilippo, intervenuto con i suoi uomini, si trova davanti uno spettacolo terrificante. L'assassino ha infierito sulle vittime con numerose coltellate e le ha sgozzate.  Chi è la belva che non ha avuto pietà dei vivi né dei morti? Perché, da un lato, sembrerebbe aver agito con feroce lucidità e, dall'altro, parrebbe essersi fatto prendere dal panico, tanto da aver lasciato numerose prove? Si tratta di uno psicopatico, di una persona normale che agito in preda ad un raptus o di più persone, come ipotizza il magistrato che coordina le indagini condotte dal commissario Sanfilippo? E qual è il movente? Un amore impossibile o i venti milioni di lire che Salvatore Mancuso nascondeva in casa? Questi e altri gli angosciosi dubbi che dovrà risolvere il commissario, alle prese con una vicenda di amore e odio, che trasuda sangue e dolore, nella quale la compassione è da riservare a coloro che  se ne sono andati e, forse ancor di più, a coloro che sono rimasti. Ci riuscirà grazie al suo acume investigativo e all'aiuto dell'investigatore privato Tony Valente. Mi piace sottolineare una caratteristica dei miei romanzi che potrebbe sfuggire a un lettore poco attento e cioè che nei miei romanzi, seppur ambientati negli anni '70 e sia pure sullo sfondo, tratto argomenti sociali di viva attualità quali il femminicidio come estrema conseguenza di un amore malato capace non solo di distruggere l'oggetto di questo falso amore ma anche di nuocere ad altri e, addirittura, di autodistruggersi; il buonismo ipocrita della società dei nostri giorni (ivi compreso il sistema giudiziario e l'apparato mediatico) che spesso sa compatire e persino giustificare gli autori di odiosi atti criminali mentre non ha pietà per le loro vittime che rimangono segnate, nel fisico e, ancor più perché a vita, nella psiche; la dipendenza dal gioco d'azzardo, considerata oggi una vera e propria malattia mentale assimilabile alla dipendenza dalla droga; la brama di successo di tanti giovani che, influenzati e condizionati dai messaggi e dai modelli che provengono dai mezzi di comunicazione di massa, vorrebbero ottenere tutto e subito, senza sforzo, bruciando le tappe, disposti a valicare il confine tra lecito e illecito, perdendo di vista i veri valori, vita compresa; le tragiche conseguenze cui portano spesso le liti condominiali; lo sconvolgimento della psiche che può far seguito a gravi eventi, e così via. Anche ne “La mattanza di Castelnormanno” tratto un argomento di tragica attualità che non rivelerò perché equivarrebbe a rivelare il finale, lasciando al lettore il piacere di scoprire quale.
 
Quali sono i personaggi principali?
Trattandosi di romanzo che fa parte di una serie, i protagonisti principali sono gli stessi dei romanzi precedenti: il commissario Sanfilippo, l'investigatore privato Tony Valente, Serafina, sua socia, segretaria e fidanzata. Una parte rilevante ha pure lo spassoso avvocato Guarneri, che spesso si avvale della collaborazione di Tony per le indagini difensive a vantaggio dei suoi clienti.
 
Qual è il suo rapporto con il paranormale?
Chiaramente il personaggio Tony Valente e le sue capacità extrasensoriali sono pura invenzione, trovano però concreto fondamento nella realtà scientifica e nelle varie teorie matematiche e fisiche formulate a dimostrazione della tesi che tutto è energia, in noi e attorno a noi e che nulla si distrugge.
Quindi, se tutto è energia, perché non ipotizzare che anche quella che comunemente chiamiamo “anima” sia anch'essa energia che, come tale, è indistruttibile? Possiamo quindi legittimamente porci l'atavica domanda alla quale, da sempre, filosofia e relegione hanno cercato di dare risposta e cioè “dove va a finire questa energia dopo quella che definiamo morte? Io ho immaginato che, al verificarsi delle condizioni di cui ho parlato prima, si stabilisca seppur temporaneamente, in una dimensione parallela a quella che definiamo reale perché possiamo vederla e toccarla con mano.
 
Qual è lo scrittore di noir che stima maggiormente in riferimento al panorama letterario nazionale e internazionale?
A chi leggesse i miei romanzi non potrebbero non venire a mente quelli della serie “Il commissario Montalbano” di Andrea Camilleri, sia perché anche i miei romanzi sono “gialli” e ambientati in Sicilia (anche se in epoca diversa), sia per l'uso del dialetto siciliano che nei miei romanzi, a differenza di quelli di Camilleri, è limitato ai dialoghi ed è alquanto “italianizzato” per renderlo comprensibile a tutti, mentre la narrazione viene fatta in lingua italiana. Ho scelto questa soluzione innanzitutto perché sono convinto che il personaggio di un romanzo per essere credibile dev'essere necessariamente calato nell'ambiente in cui vive. Di conseguenza mi sono chiesto se sia attendibile un personaggio nato e cresciuto in un quartiere popolare di Palermo che si esprime in perfetto italiano come un accademico della crusca e mi sono risposto di no. In secondo luogo, per salvaguardare la genuinità, l'efficacia e, in taluni casi, la comicità di espressioni caratteristiche, che andrebbero perse se rese in italiano.
Altro autore che mi piace e stimo moltissimo è Marcello Simoni.
 
 
Casa editrice: Edizioni Tripla E
Collana: Giallo, Thriller & Noir
Genere: Giallo paranormale
Pagine: 206
Prezzo: 15,00 €
 
Contatti
www.michelezoppardo.wixsite.com/imieigialli
https://www.facebook.com/zoppardomicheleimieigialli
https://edizionitriplae.it/
 
Link di vendita online
https://edizionitriplae.it/prodotto/la-mattanza-di-castelnormanno/
 
 
 

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